L’odierna via Roma, una volta denominata via borgo, mostra le evidenti lacerazioni del passaggio della linea Gotica tedesca:  le case sono state ricostruite dopo la guerra e non c’è più traccia dell’antico;  le piccole case si sono trasformate in palazzine di cemento e si sono perse anche architetture di grande pregio, come  il teatro costruito da Gordiano Perticari. Prima che ciò accadesse questa via a volte risuonava di musica e poesia durante le prove prima degli spettacoli che richiamavano persone da ogni parte della provincia e non solo. 

La curiosa storia del teatro di Sant’Angelo è nota: Vincenzo Monti, suocero di Giulio Perticari e grande poeta e drammaturgo, offre a Gordiano Perticari di presentare la sua opera Aristodemo nel molino ad olio di famiglia, lungo via Borgo, ma commenta: “Oh bel vedere Aristodemo in solio, Aristodemo in un molino ad olio”. 

L’ironia di Monti offende Gordiano che decide di far costruire un vero teatro chiamando celebri scenografi come i Liverani e artisti che già Giulio e sua moglie avevano chiamato per il  restauro e l’ampliamento del teatro Rossini di Pesaro. Così Sant’Angelo in Lizzola si ritrova con un teatro di grande pregio, inaugurato nel  1851 con opere di Goldoni e di Alfieri che segna la vocazione culturale del paese, mentre il ruolo cruciale di rinnovamento culturale dei  Perticari a Pesaro e a Sant’Angelo è evidentissimo. . 

Uno dei fatti degni di nota è quello messo in evidenza ancora una volta da don Gabucci: il teatro Perticari dà l’opportunità di ricordare un altro personaggio illustre, Ercole Luigi Morselli. Gabucci scrive:” Forte e gentile poeta, vigoroso scrittore di opere teatrali, anima ardente, semplice, buona e credente. Lo possiamo considerare santangiolese perché la sua mamma era di qui, e tornava spesso quassù a ritemprare il suo fisico minato dal male. Anzi egli il suo Glauco, che fu il suo capolavoro, fu composto quassù e letto a quel gruppo di amici intimi che lo portarono per tre volte con onore sulla scena del teatro Perticari. 

La prima volta venne rappresentato la sera del 22 gennaio del 1922.  “E per molti anni Sant’Angelo gustò nel teatro le produzioni di drammi, tragedie e commedie eseguite dalla filodrammatica  Morselli della quale facevano parte in sana e santa concordia  uomini di idee diverse e di varie ideologie ma tutti concordi nel volere la tranquillità e la pace, l’onore e la gloria del paese”. D’altra parte proprio nel fregio della sala del teatro era scritto che quello era un luogo “dato al diletto e alla amicizia”.

Massimo Donati e sua moglie ci raccontano che in realtà il teatro è sempre stato frequentato più da gente arrivata da fuori che dai santangiolesi, ma che fosse bello vedere lo sfavillio di abiti eleganti e la presenza di tante persone sconosciute.